REGIONE: BASILICATA
PROVINCIA: POTENZA
LOCALITA’: CAMPOMAGGIORE
135 Km. da Foggia
COORDINATE: 40.577557 - 16.097221
DA VEDERE:
CAMPOMAGGIORE “LA CITTA’ DELL’UTOPIA”
Ai piedi delle Dolomiti lucane si trova il comune più piccolo della Basilicata, una realtà abbandonata dal
La Basilicata è come un bel libro: ha tante storie da raccontare. Un capitolo speciale è quello dedicato a Campomaggiore, comune in provincia di Potenza la cui storia è degna di nota.
La costruzione del paese, sito in una posizione panoramica dalla quale si possono ammirare le splendide Dolomiti Lucane, iniziò nel 1741 quando il conte Teodoro Rendina si pose l’obiettivo di ripopolare il piccolo villaggio assegnato alla sua famiglia dal re Filippo IV nel 1673. Avendo fiutato il suo potenziale agricolo infatti, il conte decise di trasformare la realtà contadina in un paese all’avanguardia.
La città dell’utopia, il sogno di Rendina Al fine di inseguire il suo sogno, Rendina chiamò in causa Giovanni Patturelli, architetto allievo del Vanvitelli, che realizzò le abitazioni sulla base di criteri urbanistici innovativi che lo portarono a disporre le case a scacchiera.
Campomaggiore è nota come la “Città dell’Utopia” in quanto il fine del suo ideatore era quello di non far conoscere la povertà ai suoi abitanti motivo per cui prevedeva delle regole ben precise affinché tutto potesse funzionare nel migliore dei modi. Ebbene sì, ogni contadino aveva diritto a un piccolo apprezzamento di terra oltre a disporre di legname sufficiente per scaldarsi tenendo in considerazione che, per ogni pianta abbattuta, era necessario piantare tre alberi da frutto. Fu così che si diffuse la coltivazione della vite e dell’ulivo, venne avviato un orto botanico etc.
Campomaggiore, un paese all’avanguardia La sua idea non era poi così assurda motivo per cui si rivelò vincente e, in pochi anni, il piccolo paese tornò a vivere passando da circa 80 a 1525 abitanti.
Purtroppo però a volte ci sono ostacoli davanti ai quali l’uomo non può fare nulla: quando la natura si ribella, mette tutti in ginocchio. Fu così che, il 10 febbraio del 1885, un’enorme frana andò ad abbattersi proprio su Campomaggiore. Nessuna vittima ma la popolazione fu comunque costretta ad abbandonare le case per cercare rifugio altrove e il villaggio venne ridotto a un cumulo di macerie.
A quanto si racconta, sembra che alcuni contadini fossero a conoscenza della tragedia che stava per abbattersi sul centro abitato. Ebbene sì, una leggenda infatti narra che a informarli sul pericolo imminente era stata la Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, protettrice di Campomaggiore, la quale predisse che, da lì a poco, ci sarebbe stato un evento drammatico per il paese, una frana che avrebbe distrutto l’intero borgo. E così fu.
Campomaggiore Vecchio, come un museo a cielo aperto Facendo visita a Campomaggiore Vecchio è possibile misurarsi con quello che si potrebbe definire un libro aperto. Contemplando il vecchio impianto urbanistico infatti, così com’era progettato dall’architetto vanvitelliano, è possibile conoscere quello che era il sogno infranto del conte Teodoro Rendina.
Al centro del paese sopravvivono le testimonianze dei tempi che furono. Non servono parole perchè a parlare e raccontare la loro storia sono le stesse rovine quali il rudere del maestoso Palazzo Baronale che spicca tra i resti delle antiche abitazioni su quella che un tempo era la piazza dell’antico borgo; il campanile della Madonna del Carmelo e ancora i resti della Piazza dei Voti. Mentre, se ci sposta di circa tre chilometri, si può visitare il Casino della Contessa, residenza estiva dei Rendina.
La città dell’Utopia: lo spettacolo Non è tutto. Per familiarizzare con questa realtà, vale la pena assistere a quello che si potrebbe definire un bel film che però non va in scena al cinema. Ogni estate, infatti, questo borgo diviene la scenografia di una fiaba storica. “La città dell’Utopia” è il nome dello spettacolo teatrale in cui la narrazione dei fatti avviene attraverso attori e danzatori che, attirando l’attenzione di giovani e adulti, tengono in vita il nome di quella piccola realtà fantasma.